latte e biscotti
di Sabrina La Macchia
cortometraggio | drammatico
La vita di Ester cambia un sabato sera.
Sinossi
Dopo aver subito una violenza sessuale, Ester trova il coraggio di raccontare la sua storia scrivendo un’opera teatrale basata sulla favola di Cappuccetto Rosso.
latte e biscotti
di Sabrina La Macchia
cortometraggio | drammatico
La vita di Ester cambia un sabato sera.
Sinossi
Dopo aver subito una violenza sessuale, Ester trova il coraggio di raccontare la sua storia scrivendo un’opera teatrale basata sulla favola di Cappuccetto Rosso.
Latte e Biscotti
Italia, 2024 / 22′
un film di
Sabrina La Macchia
con
Giulia Sangiorgi
Federico Bizzarri
Francesco Venerando
Diretto da | Sabrina La Macchia |
Sceneggiatura | Francesco Botticelli Sabrina La Macchia |
Direttore della Fotografia | Alberto Della Porta |
Scenografia | Claudia de Palma Lucia Bordona Alonso |
Costumi | Virginia Ielo |
Montaggio | Alberto Della Porta |
Musica | Matilde Fioravanti |
Suono | Federico Landini |
Produttore | Barbara Bello |
Produzione | Akant Film Production |
Distribuzione | Alpha Film |
AWARDS
- VISUALFEST
Italia, 2024
PREMIO del PUBBLICO
Official Selections
- VisualFest
Italia, 2024 - CortoDino Film Festival
Italia, 2024
La Regia
Sabrina La Macchia
Biofilmografia
Sabrina La Macchia nasce a Messina nel 2001. Si trasferisce a Roma nel 2020 per frequentare la RUFA (Rome University of Fine Arts) in cui si diploma nel 2024. Durante il suo percorso di studi, realizza Lovely (2020), Ladro di Fiori (2021) e Latte e Biscotti (2024), tre cortometraggi che hanno come filo conduttore le tematiche legate alla disillusione tipica del passaggio di età tra l’adolescenza, idilliaca e romantica, e l’età adulta, tramite un linguaggio delicato, elegante e femminile.
Note di regia
“Latte e Biscotti” è una rivisitazione della fiaba “Cappuccetto Rosso”, usata come metafora per parlare di un episodio di stupro. La realtà e la fiaba si mescolano nel racconto, confluendo infine in un unico verso, che mostra il superamento di un trauma con l’utilizzo dell’arte.
Una favola gotica dai toni agrodolci. Il cortometraggio nasce dall’esigenza di raccontare una storia, vissuta in prima persona, che è ancora fin troppo comune e normalizzata. Soprattutto di recente, attraverso le frasi diventate di dominio pubblico, come “se eviti di ubriacarti, eviti il
lupo”, dobbiamo renderci conto che la tendenza è ancora quella di colpevolizzare la vittima di violenza, piuttosto che l’aggressore.
Questa realtà brutale deve necessariamente essere ribaltata, non solo per provare “empatia” o “pietà” nei confronti della vittima, ma anche e soprattutto per iniziare un processo di autoconsapevolezza che porti all’introspezione di ognuno di noi, uomo o donna che sia. Bisogna domandarsi di chi è la colpa di queste brutalità, per non trovare come risposta sempre e solo “è colpa di un cattivo ragazzo”. Film e cortometraggi sono un piccolo punto di partenza per smuovere il pensiero comune e, questo, è il mio intimo e personalissimo modo di urlare questo messaggio a bassa voce. La speranza è quella di aiutare tutte le donne che hanno vissuto e vivono situazioni simili ogni giorno, per permettere loro di trovare anche solo conforto nel rivedersi in una fiaba comune a tutti, bambini e adulti. Voglio ricordare a tutte le vittime che non importa quanto sia cattivo il Lupo, Cappuccetto Rosso prima o poi riuscirà ad uscire dalla sua pancia e brillare di nuovo.
Una favola gotica dai toni agrodolci. Il cortometraggio nasce dall’esigenza di raccontare una storia, vissuta in prima persona, che è ancora fin troppo comune e normalizzata. Soprattutto di recente, attraverso le frasi diventate di dominio pubblico, come “se eviti di ubriacarti, eviti il
lupo”, dobbiamo renderci conto che la tendenza è ancora quella di colpevolizzare la vittima di violenza, piuttosto che l’aggressore.
Questa realtà brutale deve necessariamente essere ribaltata, non solo per provare “empatia” o “pietà” nei confronti della vittima, ma anche e soprattutto per iniziare un processo di autoconsapevolezza che porti all’introspezione di ognuno di noi, uomo o donna che sia. Bisogna domandarsi di chi è la colpa di queste brutalità, per non trovare come risposta sempre e solo “è colpa di un cattivo ragazzo”. Film e cortometraggi sono un piccolo punto di partenza per smuovere il pensiero comune e, questo, è il mio intimo e personalissimo modo di urlare questo messaggio a bassa voce. La speranza è quella di aiutare tutte le donne che hanno vissuto e vivono situazioni simili ogni giorno, per permettere loro di trovare anche solo conforto nel rivedersi in una fiaba comune a tutti, bambini e adulti. Voglio ricordare a tutte le vittime che non importa quanto sia cattivo il Lupo, Cappuccetto Rosso prima o poi riuscirà ad uscire dalla sua pancia e brillare di nuovo.